Stromboli - Iddu

Stromboli o Strònguli, nel dialetto locale, è un'isola italiana facente parte dell’arcipelago delle Isole Eolie, in Sicilia. Quando si parla di Stromboli ci si riferisce ad uno strato vulcano perennemente attivo che fa parte del ben noto Arco Eoliano. L'isola, la più settentrionale delle Eolie, ha una superficie di 12 km² ed è ubicata nel bacino Tirrenico, immersa in un contesto naturale unico al mondo.

Frequentata fin dall'antichità, Stromboli ha fondato principalmente la sua economia su attività di tipo agricolo, e naturalmente sulla pesca. L'economia dell'isola fu florida fino al XIX secolo e la popolazione, secondo i dati ufficiali, raggiunse le 2700 unità. A seguito dell'Unità d'Italia, al repentino peggioramento delle condizioni economiche legato anche ad una grave epidemia di Filossera, e infine il ripetersi di violente attività eruttive, fecero si che una buona maggioranza della popolazione, già negli anni 30, iniziasse una lunga emigrazione verso America e Australia. Episodi che rischiarono di rendere l'isola definitivamente abbandonata. I nuclei abitati dell'isola sono due: San Vincenzo, quello più grande, conosciuto anche come il borgo degli agricoltori, è sede di storici approdi come Scari, Piscità e Ficogrande; Ginostra, il più piccolo, posto sul versante sud ovest dell'Isola, dove in inverno la popolazione si riduce a circa 40 abitanti. Innegabile il fascino di quest'isola, dove isolamento e grande ambiente conferiscono al posto un sapore d'altri tempi. E’ solo toccando con mano però che si potrà percepire l'incredibile magia di Stromboli, laddove acqua, terra e fuoco, diventano un tutt'uno.

Morfologia e attività vulcanica

L'edificio vulcanico si eleva al di sopra del mare per ben 926 metri, e al di sotto del livello del mare raggiunge una profondità media compresa tra i 1300 e i 2400 metri. Stromboli è uno dei vulcani più attivi al mondo, ed è caratterizzato da un'attività di tipo esplosivo (Stromboliana) pressoché continua. Si tratta di uno strato vulcano, ovvero di un vulcano che deve la sua crescita alla sovrapposizione di diversi tipologie di prodotti eruttivi, legate quindi ad attività eruttive sia di tipo effusivo che esplosivo. La morfologia dello Stromboli è quella classica di uno strato vulcano, con fianchi abbastanza ripidi che si innalzano direttamente dal mare. La sommità è costituita dal recente complesso dei Vancori, ma è il Pizzo sopra la fossa l'area sommitale che consente di osservare al meglio le attività del vulcano. Infatti è dal Pizzo, ad una quota di poco inferiore ai 900 metri slm, che si possono ammirare le attività esplosive dei crateri. I crateri sommitali dello Stromboli si trovano a circa 200 metri di quota al di sotto della massima elevazione della montagna, e anche se negli ultimi anni sono stati soggetti a numerosi crolli e quindi a notevoli cambiamenti morfologici, principalmente possiamo dire che sono tre: il Cratere di Sud Ovest (la Bocca di Ginostra), il Cratere Centrale, e il Cratere di Nord Est. Tutti in perenne attività, sono luogo di attività esplosive come già detto di tipo Stromboliano. Nella storia del vulcano non sono mancati però eventi più violenti e distruttivi con attività parossistiche generalmente precedute da una forte sismicità e conseguenti deformazioni. Rare, ma pur sempre da classificare tra le attività dello Stromboli, sono le colate laviche. Generalmente isolate nell’area della Sciara del fuoco, non rappresentano una grande forma di pericolo per gli abitanti del posto, ma piuttosto una notevole quanto spettacolare attrazione di tipo turistica.

Genesi del vulcano

La genesi di Stromboli inizia circa 200.000 anni fa, quando un primo apparato vulcanico di grandi dimensioni inizia la sua emersione a nord est rispetto alla posizione attuale dell'isola. Di questo antico vulcano rimane oggi ben visibile soltanto il vecchio condotto lavico solidificatosi rappresentato dallo Strombolicchio, un Nek basaltico che ormai ospita soltanto un faro automatizzato della Marina. Lo Stromboli vero e proprio emerge dal mare circa 160.000 anni fa, e nella sua fase iniziale, i centri di emissione si trovavano nella parte meridionale dell'isola, dove oggi sono ben visibili gli antichi affioramenti appartenenti ai complessi riconducibili al Paleostromboli I e II. All'incirca 35.000 anni fa, il centro di emissione si sposta a nord e le emissioni laviche e piroclastitiche originate a seguito di eruzioni esplosive, danno vita ad un cono che raggiunge quota 700 m slm, Paleostromboli III.

Le fasi successive della storia Stromboliana vedono la formazione di vari edifici vulcanici e il loro successivo collasso. Risalente a circa 35.000 anni fa è il centro eruttivo di Scari, a sud di San Vincenzo. Mentre ancora più recentemente, circa 26.000 anni fa, ecco il complesso eruttivo del Vancori, caratterizzato da depositi piroclastici e basalti shoshonitici.

Il ciclo Scari-Vancori lascia il posto ad una fase successiva che ha inizio circa 14.000 anni fa. Questo nuovo centro eruttivo denominato Neostromboli si trova a nord dei prima citati Vancori. In contemporanea, altri centri eruttivi secondari originano il Timpone del fuoco presso il borgo di Ginostra, le Lave di San Bartolo e le Lave di San Vincenzo. Nuovi collassi laterali avvengono tra i 10.000 e i 5000 anni fa sul versante nord occidentale, lasciando una profonda cicatrice alla montagna, oggi uno dei luoghi più simbolici di Stromboli: la Sciara del Fuoco. L'attuale centro eruttivo è rappresentato da un grande cono costituito da prodotti piroclastici e colate laviche ed è ubicato nella parte immediatamente superiore alla Sciara del Fuoco, ma a quota inferiore rispetto al Pizzo Sopra la Fossa, così come viene chiamata la massima elevazione del vulcano. Attualmente i crateri attivi dello Stromboli sono tre, e si trovano a circa 200 metri di quota più in basso rispetto all'area sommitale, essendo ben definiti vengono identificati, come già detto, nel Nord Est, nel Centrale e nel Sud Ovest.